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Cannabis e Covid-19: gli effetti di THC e CBD sul Coronavirus

In virtù delle innumerevoli richieste ricevute ed ai quesiti lasciati in sospeso da molte testate giornalistiche del web, abbiamo cercato di dare una risposta alla domanda più delicata che abbiamo ricevuto negli ultimi due anni.

La Cannabis e le proprietà benefiche del THC, del CBD e dei suoi cannabinoidi possono essere utili contro la pandemia da coronavirus?

Abbiamo raccolto informazioni da ogni parte: studi scientifici, libri ed articoli del settore, per cercare di esporvi nel modo più fedele ed oggettivo un argomento così delicato come questo: il rapporto tra l’infezione da covid-sars-19 e la canapa.

Cannabis: è la cura contro il covid?

No, definire la cannabis come possibile rimedio contro il covid-19 non sarebbe realista.

Sappiamo bene che la canapa ha numerosi principi attivi (THC, CBD e altri cannabinoidi) dagli effetti benefici e farmacologici, tuttavia non può rappresentare un rimedio alla pandemia.

Più in particolare, potrebbe aiutare nella lotta contro il virus in virtù degli effetti antibatterici e antivirali di alcuni cannabinoidi: ma non è sufficiente per poter affermare di aver trovato la soluzione a tutti i nostri problemi.

E’ vero che alcuni terpeni presenti nella cannabis e altre piante come il timo, il basilico, origano hanno proprietà antibatteriche e antivirali e possono essere utilizzate per trattare l’influenza e diminuire l’infezione, così come è vero che alcuni cannabinoidi hanno proprietà antinfiammatorie. Ma da qui ce ne passa. Non si cura l’influenza con l’olio essenziale di timo, anche se è presente in farmacopea, può essere una cosa da aggiungere e che può aiutare nella convalescenza e nel recupero, ma non come cura

Queste le parole del dottor Lorenzo Calvi, tra i più esperti medici italiani del settore cannabis

Come abbiamo visto, gli effetti benefici dei terpeni della cannabis potrebbero aiutare il nostro organismo nella risposta immunitaria e antinfiammatoria durante un’infezione di Covid-19 o di altri virus patogeni. Ma attenzione: d’altra parte, per pazienti affetti da covid, fumare rischia di danneggiare ulteriormente i polmoni sotto stress.

Quando ci infettiamo con il virus, lui entra nelle cellule, le danneggia e si crea una prima risposta infiammatoria. Dopodiché – i pazienti in cui si complica la situazione – vanno in rianimazione per la risposta infiammatoria esagerata scatenata dal virus. Questo è un meccanismo in cui la cannabis va ad agire come immunomodulatore. La canapa in quest’ottica, così come nel trattamento di polmoniti dovute ad altri agenti virali che danno quadri patologici simili, ha dimostrato di poter migliorare i risultati clinici migliorando la risposta infiammatoria.

In altre parole, alcune sostanze presenti nella canapa potrebbero rivelarsi utili al trattamento di patologie virali e batteriche: ma questo non significa che fumarci uno spinello ci renderà immuni! In questo periodo delicato è necessario stare più attenti quando si fa utilizzo di cannabis, anche se alcuni studi confidano nelle sue proprietà benefiche.

Il senatore che ha sostenuto la Cannabis

Non sono pochi i sostenitori della canapa, anche nel mondo della politica: il senatore Alfonso Ciampolillo, tra questi, ha scatenato pioggia di critiche sul web per aver ironizzato a riguardo.

“Il Covid? Si cura con la Cannabis.”

Additato probabilmente per questa dichiarazione un po’ esagerata, la sua lotta per la legalizzazione delle droghe leggere e per la diffusione della cannabis terapeutica contro la pandemia di Covid-19 è rimasta inascoltata. Tuttavia vale la pena leggere un estratto della sua lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, “per suggerire il fiore di Cannabis terapeutica quale possibile antidoto al Coronavirus”.

“La vaporizzazione del fiore di cannabis terapeutica ha già dato effetti straordinariamente positivi per i problemi dell’apparato respiratorio di pazienti terminali”, scriveva Ciampolillo, suggerendo di utilizzare il rimedio sui pazienti anziani “che, a causa degli effetti della polmonite, sono i più esposti al rischio di perdere la vita. In questo modo sarà più agevole assicurare la guarigione e ricondurre nella normalità questo virus”. 

Nonostante i risultati non siano quelli desiderati, siamo felici di notare che qualcosa nel panorama politico italiano stia cambiando e ci auguriamo che nel prossimo futuro iniziative come questa possano raggiungere una soglia più alta di credibilità e visibilità. Anche perché, come abbiamo già appurato,  gli effetti benefici della cannabis possono aiutare l’uomo in molteplici occasioni.

E nel caso del Coronavirus, in che modo può supportarci? Secondo quali meccanismi?

L’effetto della cannabis e dei terpeni sul covid19

Per capire meglio gli effetti della cannabis contro l’infezione da Covid-19 abbiamo analizzato uno studio dei ricercatori dell’Università di Chicago, chiamato “Il cannabidiolo inibisce la replicazione del SARS-CoV-2 e promuove la risposta immunitaria innata dell’ospite”. Secondo questo studio il cannabidiolo ed altri principi attivi contenuti nella marijuana avrebbero un ruolo chiave nel bloccare la replicazione del virus nelle cellule epiteliali dei polmoni.

“Il CBD e il suo metabolita, 7-OH-CBD bloccano potentemente la replicazione della SARS-CoV-2 nelle cellule epiteliali del polmone. Quest’ultimo agisce dopo l’infezione cellulare, inibendo l’espressione genica virale e invertendo molti effetti della SARS-CoV-2 sulla trascrizione genica dell’ospite. Inoltre induce l’espressione dell’interferone e regola la sua via di segnalazione antivirale. Una coorte di pazienti umani che avevano precedentemente assunto CBD ha avuto un’incidenza dell’infezione da SARS-CoV-2 significativamente inferiore fino a un ordine di grandezza rispetto alle coppie corrispondenti o alla popolazione generale. Questo studio evidenzia il CBD, e il suo metabolita attivo, 7-OH-CBD, come potenziali agenti preventivi e trattamenti terapeutici per la SARS-CoV-2 nelle prime fasi dell’infezione”.

L’assunzione di cannabinoidi quindi potrebbe aiutare nella lotta contro il Covid solo a livello preventivo e terapeutico, durante le prime fasi dell’infezione. Infatti ostacola la replicazione del virus nei nostri polmoni e regola la risposta immunitaria anti-infiammatoria.

Insomma: la cannabis non è la soluzione né tantomeno la cura al Covid-19, ma ancora una volta la nostra amata pianta può darci grandi soddisfazioni. Chissà se con studi più approfonditi un giorno non riusciremo ad allietare i pazienti malati di Covid con un farmaco a base di canapa!

Il duplice effetto del CBD e dei cannabinoidi sul virus

Il CBD e gli altri principi attivi contenuti nella cannabis legale non hanno il solo effetto descritto nei paragrafi precedenti. Infatti, grazie ad ulteriori studi, è stato scoperto queste sostanze hanno un secondo effetto: sopprimere la funzione delle citochine (regolatori della risposta immunitaria) per evitare tempeste immunitarie nei polmoni e nei tessuti colpiti.

Questa funzione è molto importante, poiché numerosi casi di coronavirus degenerano appunto in una risposta immunitaria eccessiva, con conseguenze anche gravi nei pazienti coinvolti.

il CBD sopprime anche l’attivazione delle citochine in risposta all’infezione virale, riducendo la probabilità di reclutamento delle cellule immunitarie e le successive tempeste di citochine nei polmoni e in altri tessuti colpiti. Questi risultati completano i risultati precedenti che suggeriscono che il CBD sopprime la produzione di citochine nelle cellule immunitarie reclutate come i macrofagi

Anche questa scoperta, tuttavia, non è altro che un punto di inizio. I ricercatori ci tengono a precisare che resta da testare la migliore via di somministrazione di CBD e terpeni nei pazienti ed effettuare ulteriori studi clinici per decretare questa metodologia come la migliore nella lotta contro l’infezione da Coronavirus e dai virus in generale.

Le proprietà antivirali del THC e del CBD

I più attenti avranno già capito che le proprietà antibatteriche e anti-virali delle molecole THC e CBD non sono efficaci soltanto contro il Coronavirus, ma con i virus in generale. Questo dà il via al possibile utilizzo della molecola in caso di future pandemie.
Forti di questa convinzione, alcuni ricercatori americani hanno provato a testare gli effetti antivirali del THC, del CBD e di altri cannabinoidi in vitro, pubblicando uno studio sul International Journal of Biological Macromolecules.

Il risultato?

THC e CBD sono “molecole antivirali più potenti contro il SARS-CoV-2 dei farmaci di riferimento lopinavir, clorochina, e remdesivir”.

Dei cinque cannabinoidi analizzati (THC, CBD, THCA, CBDA e CBN) il THC e CBD hanno mostrato una forte attività antivirale. 

“Si può concludere che questi composti sono molecole antivirali potenziali verso il SARS-CoV-2″. Il meccanismo di efficacia è duplice: da una parte “bloccano la procedura di traduzione virale inibendo il SARS-CoV-2 Mpro” e dall’altra, come già evidenziato da diversi studi, “riducono anche i livelli di citochine pro-infiammatorie nelle cellule polmonari agendo come agonisti del recettore CB-2″.

I ricercatori affermano dunque che l’utilizzo combinato di CBD, THC ed altri medicinali potrebbe essere una valida alternativa alle cure contro l’infezione da Covid-19. Tuttavia è importante procedere prudentemente con le sperimentazioni ed i test per rendere concreta questa ipotesi.

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